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Il buddhismo Zen non solo ha creato la cerimonia del tè conferendo ad essa spiritualità e profondità, ma ha permeato e spiritualizzato la stessa sala adibita al suo culto. La sala da tè può essere una unità separata dal resto della casa (sukiya) o far parte della casa stessa. Le dimensioni della classica sala da tè sono di quattro tatami e mezzo, con il mezzo tatami al centro. Al centro è posta la teiera mentre gli ospiti, non più di cinque per le piccole dimensioni della stanza, si dispongono sui rimanenti quattro tatami. La sala da tè, per dimensioni e semplicità, contrasta spesso con il resto della casa. In essa si vuole creare un’idea di raccoglimento e di semplicità. Si differenzia da un soggiorno perché è chiusa su tutti e quattro i lati, rappresentando uno spazio isolato e recluso molto suggestivo. La luce vi filtra poco e l’unico elemento decorativo è dato dal tokonoma (sorta di pannello decorativo verticale) che può ospitare un dipinto importante o una composizione floreale. La spoglia eleganza di questo locale, basata solo sulle gradazioni del buio, permette all’animo umano di liberarsi dai legami della vita mondana, librandosi verso più alti valori spirituali. La vera realtà della stanza è il vuoto che, in quanto tale, permette una infinità di interpretazioni e libertà di movimento, sia in senso spirituale che fisico. Solo nel vuoto infatti trovano espressione e realizzazione la vasta gamma di emozioni estetiche e solo attraverso il vuoto l’uomo riesce a superare i suoi limiti fisici e intellettuali, morali e spirituali.


Okakura Kakuzo


Tina.





















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