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Il Sado, la via del tè, nella sua sobrietà rappresentava quella costante ricerca della semplificazione che è tipica dello Zen e dallo Zen mutuava il suo peculiare senso estetico, propriamente quella sensuale consapevolezza del Vuoto espressa dal concetto di Wabi. Il Chanoyu si diffuse a partire dal XV secolo grazie ad altri monaci zen che lo adattarono ai gusti giapponesi e progressivamente fecero di esso una forma artistica e nel contempo furono iniziatori di varie scuole, alcune delle quali ancora oggi fiorenti.




Il tè che si usa nella cerimonia non è il comune tè in foglie che si immerge in acqua calda. Si tratta di un tè dal caratteristico colore verde brillante, finemente polverizzato e disciolto in acqua calda con un frullino di bambù. Ne risulta una bevanda densa, leggermente spumosa, da un caratteristico sapore amarognolo assai diverso da quello del tè comune. Uno scrittore cinese lo ha infatti poeticamente definito "spuma di giada liquida".



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Tina.



















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