Subaru Impreza 2.5 WRX STI
In gioventù tutto è concesso, compreso qualche eccesso e un atteggiamento brusco fatto di prese di posizione nette, senza mezzi termini. Poi, con l’incedere del tempo, si sviluppano posatezza e capacità di accettare alcuni compromessi. Persino per l’Impreza STI, rally replica di casa Subaru che sino alla precedente generazione pareva godere d’eterna giovinezza, e sfrontatezza, è così arrivato il momento di “maturare”. Mutata nell’aspetto, ha abbandonato la carrozzeria a tre volumi e parte dell’aggressività estetica, ma non la capacità di attrarre l’attenzione e di trasformare ogni viaggio in una sorta di prova speciale. Grazie alla massiccia presenza dell’elettronica, che consente di regolare il controllo di stabilità/ trazione, la mappatura del propulsore e il setting del differenziale centrale, è possibile adattare la vettura al proprio stile di guida, supportati oltretutto da un retrotreno meno nervoso rispetto al precedente modello. Nei confronti del quale palesa una taratura meno rigida delle sospensioni, lieve rollio nei trasferimenti di carico più violenti e agilità in parte attenuata, pur non
rinnegando il passato quanto ad efficacia della trazione integrale permanente. Un peccato la non perfetta forma del boxer 2.5 turbo dell’esemplare in prova, con conseguenti risultati non eclatanti sotto il profilo delle prestazioni. Basta però premere il pulsante d’avviamento perché le lancette di tachimetro e contagiri tocchino per un istante il fondo scala, e un borbottio sommesso, accompagnato da un fremito, invada l’abitacolo provocando un brivido. E superati i 3.600 giri, il fischio del turbocompressore e il sibilo della trasmissione confermano che la prova speciale è già iniziata…
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