Progredire ma senza rivoluzioni o stravolgimenti è sempre stato uno degli imperativi della Casa della Stella e tre punte e la nuova Classe C Station Wagon non fa eccezione a questa regola. Sia stilisticamente sia dal punto di vista dinamico l’ultima nata segna infatti un passo avanti rispetto al passato, senza tuttavia rinnegare la sua vocazione di vettura più comoda e sicura che non particolarmente agile o piacevole da guidare. Rispetto al modello precedente è stata quindi ridotta la fastidiosa rumorosità del motore avvertibile a freddo e in piena accelerazione, le prestazioni sono complessivamente migliorate, i consumi sono stati ridotti e lo sterzo è diventato più pronto e diretto, tutto ciò mantenendo sostanzialmente invariato il prezzo. D’altra parte non poteva essere altrimenti, anche perchè la C 220 CDI SW Avantgarde con cambio automatico parte già da una base di oltre 43.500 euro, e un esemplare accessoriato come quello in prova sfiora addirittura i 49.000 euro.
Rispetto al modello precedente aumentano le dimensioni, rispettivamente di 55 mm in lunghezza e 42 mm in larghezza, il passo cresce di 45 mm, mentre il design ricalca i tratti principali della Classe C berlina, dalla quale la station wagon riprende i due diversi frontali, con quello più sportivo dell’allestimento Avantgarde dell’esemplare in prova contraddistinto dalla grossa stella Mercedes al centro della calandra solcata da tre listelli orizzontali.
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Il primo aspetto che colpisce al volante della station wagon della Stella è il rumore del motore, non più così marcato a freddo e in accelerazione come sulla versione precedente ma molto più filtrato, almeno fino a 3.000 giri, perchè oltre questa soglia il tipico ticchettio del motore a gasolio inizia a farsi sentire, pur senza mai raggiungere i livelli fastidiosi del passato. L’erogazione del 4 cilindri di 2,2 litri resta invece sempre molto costante e progressiva, con una spinta più vigorosa intorno ai 2.000 giri che assicura prestazioni più vivaci, sia in accelerazione, sia in ripresa, dove il tempo rilevato sui 1.000 metri da 60 km/h in drive è sceso da 28,37 a 27,31 secondi. Il tutto accompagnato dagli innesti dolci di un cambio automatico a 5 rapporti apprezzabile non solo per il confort che assicura durante la marcia, ma anche per la logica di gestione che asseconda le esigenze del guidatore nelle condizioni di marcia più
svariate, dalla città alle strade extraurbane, mentre la quinta marcia abbastanza lunga consente di viaggiare in autostrada a velocità elevata senza affaticare la meccanica (a 130
km/h il contagiri indica circa 2.500 giri). La nuova Classe C infonde sempre sicurezza, lo sterzo più diretto rispetto al passato, anche se sempre afflitto da una certa lentezza in
fase di ritorno, conferisce un comportamento un po’ più dinamico rispetto al modello appena uscito di listino, anche se le reazioni non particolarmente pronte dell’assetto nei cambi di direzione e la taratura morbida delle sospensioni, poco frenate in estensione, non assicurano certo lo stesso piacere di guida che si può provare al volante della Bmw Serie 3 Touring o anche dell’Alfa Romeo 159 Sportwagon.
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