Non c’è da stupirsi se all’inizio degli anni Sessanta nel listino Renault figurano esclusivamente modelli di piccola cilindrata. D’altra parte, in quel periodo, la maggioranza delle famiglie francesi, come di molte altre in Europa, può puntare solo ad auto così. Il modello che, almeno in Francia, sembra rispondere al ruolo di auto economica per famiglia è la furba Citroën 2 CV. La Renault 4 CV invece non riesce a realizzare volumi di vendite soddisfacenti e la situazione non fa piacere ai vertici dell’azienda che preparano la contromossa.
Il presidente della Renault, Pierre Dreyfus, consapevole della posta in gioco, fissa personalmente i dati di base del nuovo progetto: la sostituta della 4 CV dovrà essere un’auto facile da costruire, robusta, parca nei consumi ma grande abbastanza da trasportare la famiglia al completo. Dovrà aiutare commercianti e gli artigiani nel loro lavoro, ma non basta: dovrà anche essere innovativa per portare più in avanti lo stato dell’arte nel settore. Infine (roba da mandare al tappeto tutto lo staff di progettisti) il prezzo di vendita dovrà essere poco più che irrisorio. Scartata l’ipotesi di un motore bicilindrico con cilindrata compresa tra i 0,45 e i 0,6 litri, i tecnici puntano sulla collaudata unità motrice a quattro cilindri in linea di 747 cc della 4 CV. Ne rivoluzionano però lo schema meccanico che da “tutto dietro” (motore e trazione posteriore) diventa “tutto avanti” (motore e trazione anteriore). E sarà la prima automobile della Régie con questa soluzione. In fase di sperimentazione la R4 viene chiamata col nome in codice di Marie-Chantal. Pensata nel 1956 viene presentata alla stampa nel luglio del 1961 mentre il debutto ufficiale è al Salone di Parigi nell’ottobre successivo: in anticipo rispetto ai tradizionali saloni dell’autunno. Questa scelta insolita è in realtà una “trovata” che oggi è molto diffusa dalle Case: dare notizie alla stampa lontano dagli echi dei saloni ufficiali, dove la propria novità si mescola con le tante presentate dai concorrenti.
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